Molto spesso i genitori adottano istintivamente il baby
talk, per comunicare con il piccolo di casa: quel modo di parlare diventa quasi
un gioco simpatico, al fine di interagire e colloquiare in modo diverso, mettendosi
completamente nei panni del neonato.
Quando si utilizza questo tipo di linguaggio i
grandi:
-
Modificano la voce per renderla più alta e intonata;
- Elargiscono tanti sorrisi;
-
Parlano lentamente, scandendo bene le parole;
-
Utilizzano parole semplici e frasi brevi.
Questo argomento (baby talk sì, baby talk no) suscita
pareri contrastanti da parte di tanti studiosi.
Secondo la gran parte degli
addetti ai lavori questo modo di rapportarsi al neonato, qualora si attivasse, dovrebbe
concludersi molto presto, perché i bambini, sin da piccolissimi, hanno bisogno di
esempi linguistici corretti, per favorire uno sviluppo corretto del linguaggio.
Se l’adulto diventa lo specchio del bambino, quindi
al posto di pronunciare CANE, dice BAU, al pari del piccolo, come potrà quest’ultimo
conoscere la vera parola, usarla correttamente, ricordarla e memorizzarla?
Il ruolo dell’adulto è sempre quello di pronunciare
al bambino la parola giusta.
Di fronte al “BAU” utilizzato dal piccolo per indicare il cane, è sempre bene che l’adulto riformuli la frase completa e corretta dicendo: “TI PIACE IL CANE?” oppure "VUOI TOCCARE IL CANE?"
Di fronte ai figli a volte ogni azione diventa occasione e motivo di riflessione, con l'intento di fare sempre la scelta più giusta e rispettosa dei suoi tempi.
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