Mattinata in piscina, per rilassarmi, ricaricarmi e
disintossicarmi.
Mentre torno nello spogliatoio, dopo aver nuotato, sento da
lontano urla di bambino.
Mi avvicino al mio borsone e intuisco cosa sta accadendo:
una bimba di circa tre anni sta piangendo disperata perché non vuole entrare in
acqua.
La madre, noncurante, continua a rassicurarla, dicendole che
non andrà in acqua, nel frattempo le fa indossare il costumino.
Il suo pianto mi rimbomba nelle orecchie, è assordante. Sono
tentata di intervenire, ma poi resto al mio posto, in silenzio, ma con un vuoto
interiore.
La piccola è davvero inconsolabile, ripete alla mamma che
vuole andare solo a casa. La madre, sorda di fronte alle sue lagrime e alla sua
disperazione, continua a riempirla di bugie: ”Non andrai in acqua, non
preoccuparti, poi oggi c’è anche una sorpresa, vedrai”.
Io resto allibita, non trovo le parole per esprimere ciò che
sento e che penso, sul comportamento di questa madre.
Mi faccio solo una domanda: PERCHE’.
- Perché imporre una cosa ad un
bambino, non rispettando i suoi tempi e suoi desideri.
- Perché accanirsi con la scelta di
far vincere la paura dell’acqua, passando sopra tutto, sottovalutando le paure
di un bambino.
- Perché non rispettare il suo NO: non
me la sento, no non sono pronto.
Io non trovo nessuna risposta plausibile a giustificare il
comportamento poco condivisibile di questa donna.
Sono d'accordo sul non imporre e rispettare.
RispondiEliminaAnche la mia bimba non ama l'acqua e non vuole andare in piscina. Io la rispetto e cerco di far capire a marito e parenti che quando sarà pronta lo chiederà lei. É difficile da far capire. Purtroppo
Il rispetto del bambino prima di tutto
grazie per il tuo contributo
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