Come dire addio alle coliche del tuo bimbo

venerdì 17 gennaio 2014

Sei responsabile della sua felicità sin dal concepimento


Secondo tanti studiosi ed esperti del settore le esperienze traumatiche vissute nell’infanzia, pur se rimosse, per tentare di vivere una vita meno dolorosa, s’imprimono inconsciamente nella memoria corporea, continuando ad influenzare la vita della persona, che nel frattempo è diventata adulta.
Studi condotti sul feto e riportati dalla psicanalista Alice Miller nel suo libro “La persecuzione del bambino”, hanno rivelato una realtà a dir poco sconcertante. Sin dai primi istanti di vita, quindi sin dal concepimento, il bimbo è capace di recepire e di apprendere sia gli atteggiamenti amorevoli di tenerezza, sia gli atteggiamenti di violenza e di aggressività.

Tutti coloro che nell’infanzia sono rispettati, protetti, coccolati e amati dai propri genitori, da grandi diventeranno persone ricettive, molto sensibili, avranno la gioia di vivere e non sentiranno il bisogno di fare del male agli altri o a se stessi.
Chi invece purtroppo è stato concepito per sbaglio e senza l’amore e il desiderio di mettere al mondo una nuova creatura porterà addosso il peso di questo atto di non amore; allo stesso modo, chi ha subito violenze o maltrattamenti registrerà nella propria memoria tali atteggiamenti e svilupperà da grande un concetto di sé negativo e poco sano. Se nell’età adulta si avrà una vita sentimentale instabile, alla continua ricerca della persona sbagliata, capace di non gratificare la propria esistenza, ma solo di ferire e offendere, la radice di tutto ciò va ricercata solo nella propria infanzia.
A tal proposito mi sento di puntualizzare, ancora una volta, l’importanza di essere amorevoli verso il proprio figlio non dalla nascita, bensì dal concepimento. La mamma e il papà non dovrebbero mai litigare davanti al bimbo, perché, anche se piccolo, è assolutamente errato pensare che non comprenda e non recepisca. I neonati hanno le antenne, assorbono tutto: tensioni, ansia, serenità, calma… respirano il clima del loro ambiente di vita, tanto da diventare parte integrante della personalità.
I genitori sono responsabili del benessere psicofisico del figlio: hanno il compito di creare le condizioni migliori affinché il bimbo cresca sano e sereno. Donare la vita non è un gioco che si fa perché lo fanno tutti. Donare la vita è un atto d’amore responsabile.

Dott.ssa Angela Del Casale

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