Tra qualche settimana saremo completamente immersi nel clima natalizio, con vetrine addobbate,
spot televisivi a tema, strade illuminate a festa e con la speranza nel cuore di
poter realizzare i sogni e i desideri più reconditi, custoditi gelosamente nel proprio
intimo.
I bambini da sempre sono affascinati, allo stesso tempo un
po’ spaventati, dalla figura di Babbo Natale, l’uomo che regala doni a tutti i
bambini.
Ricordo ancora da bambina la magia di quell’albero
di Natale, sotto il quale la mattina del 25 dicembre avrei trovato i regali di
Babbo Natale.
Molti genitori si chiedono se sia giusto o sbagliato
raccontare la storia di Babbo Natale, creare delle aspettative su questo omone
dalla barba bianca che entra nelle case dei bambini nei modi più disparati,
facendo sorprese, regalando gioia, strappando sorrisi a tutti.
Sarebbe troppo semplice risolvere questo dilemma esprimendo
il mio pensiero e le mie idee, ragion per cui ho deciso di dare voce ad uno
psicanalista austriaco di fama internazionale in merito a questo tema.
Bruno Bettelheim la
pensa così:
“ E’ una profonda
sofferenza per i bambini essere privati delle poche ricorrenze che sono
realmente in loro onore, e gran parte della gioia va perduta se ne viene
sminuita l’importanza. Nella nostra cultura, a parte il giorno del diploma e
alcune cerimonie a carattere religioso come la Prima comunione e la Cresima,
solo il compleanno e il giorno di Natale sono rimasti autentici giorni dei
bambini. E mentre la natività di Cristo riveste un profondo significato religioso
per tutta la cristianità, soltanto Babbo Natale pensa veramente ai bambini come
nessun incorporeo “spirito del dare” potrà mai fare. A nessun bambino verrà in
mente che Babbo Natale possa portare dei doni ai genitori. Tutti possono
festeggiare il Natale, ma il grasso e gioviale vecchietto che scende dalla
cappa del camino per far trovare ai bambini i suoi doni sotto l’albero, è solo
ed esclusivamente per loro. I bambini
lasciati liberi di credere a Babbo Natale con tutto il cuore vivranno per tutta
la vita il Natale come un giorno di grande pienezza e felicità personali,
molto più di quelli per i quali era stato una ricorrenza soprattutto religiosa;
e, riscaldati da quelle antiche sensazioni, sapranno a loro volta dare ai figli
dei Natali di gioia. Tutte le festività traggono il loro significato più
profondo da connotazioni di tipo magico. Se spogliamo una festa della sua
magia, le togliamo gran parte del suo senso simbolico e con esso la festa
perderà anche la capacità di estendere i suoi benefici effetti a tutto il resto
della vita. Una razionalità prematura, al pari di ogni esperienza prematura, ci
lascia scarsamente equipaggiati a far fronte alle vicissitudini e agli
imprevisti della vita. La madre di un bimbo di 5anni decise di spiegare al
figlio che Babbo Natale non esiste perché, a suo parere, il figlio doveva
sapere la “verità”. Gli spiegò che era solo una bella favola che si racconta ai
bambini e che simboleggia “lo spirito del dare”. Il bambino parve accettare la
spiegazione. Dopo poco, però, uscì con la domanda:” Che cosa succede se c’è
acceso il fuoco quando Babbo Natale scende dal camino?”. La madre rimase
sconcertata, tanto più che in casa loro non avevano il camino. Quella notte il
bambino si svegliò angosciato e chiese:”Babbo Natale esiste?”. Il fatto che il
bambino si fosse svegliato nel cuore della notte con quella domanda, come pure
che si fosse preoccupato del fuoco acceso nel camino, dimostrava che non era in
grado di accettare la spiegazione razionale della madre. Alla madre era sembrato
assurdo che il figlio si preoccupasse del fuoco acceso in un camino che non
esisteva, perché era incapace di vedere il mondo come lo vedeva il bambino.
Vedendo il figlio in preda alla confusione, la donna incominciò a domandarsi se
avesse fatto bene a spiegargli che Babbo Natale non esiste. Quella madre
avrebbe voluto che il figlio concepisse il Natale nel modo in cui lo concepiva
lei. Ma che senso ha avere delle feste
dei bambini, se poi pretendiamo che le vivano secondo gli schemi di noi adulti?
Quella madre voleva che il figlio accettasse il
suo concetto di realtà, e non era disposta ad accettare la validità della
visione che della realtà aveva il bambino. Tuttavia era convinta di volere
solo la felicità del figlio. In realtà quello che voleva era avere un figlio
più avanti intellettualmente ed emotivamente della sua età, visto che avrebbe
voluto che sostituisse Babbo Natale con lo spirito del dare, cioè un simbolo
vivo con un’idea astratta. Una negazione prematura del desiderio di credere a
Babbo Natale è una delusione che può indurci a vivere per tutta la vita il
Natale in modo razionalistico… e allora il Natale che noi prepareremo a nostra
volta per i nostri figli parlerà solo al loro intelletto… e questo non solo
lascia i bisogni del cuore insoddisfatti, ma non li risveglia: nessun astratto
spirito del dare può stare alla pari con l’immagine di babbo natale che scende
dalla cappa del camino..”
Mi piace molto questo modo di vedere la figura di Babbo
Natale, la magia del vecchietto dalla barba bianca col vestito rosso affascina da sempre tutti i bambini.
Non sveliamo il trucco, lasciamo i nostri bambini liberi di credere
in questa bellissima magia finché lo vorranno…
Tu cosa ne pensi?
Un abbraccio magico a tutti
Angela
Sono d' accordo anch'io. La magia del Natale per i bambini e' proprio lui, il mitico babbo Natale vestito di Rosso. I ricordi più belli che ho del Natale sono quelli da bambina. Io è i miei cugini dormivamo tutti insieme a casa di una zia insieme ai nostri genitori. Ricordo perfettamente l' emozione che provavo quando andavo a dormire e la voglia di alzarmi presto la mattina per scartare il regalo!
RispondiEliminaHo un fratello molto più piccolo di me è ricordo che quando mia mamma gli disse che babbo natale non esiste, le rispose:" magari non porta i regali a tutti i bimbi perché è' difficile visto che è vecchio, però esiste e vive al polo e legge le letterine di tutti i bambini"
W Babbo Natale!!!!!
Grazie per la tua esperienza di vita condivisa in questo spazio!
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