Un giorno al mare arriva in spiaggia una mamma con due bimbi, un ometto di 5/6 anni e una signorina di circa 1 anno e mezzo. La mamma è attenta alla sua figliola, la guarda, la cerca, comunica con lei, mentre il più grande sembra non attirare minimamente il suo sguardo, né le sue premure di madre.
Il maschietto, allora, per attirare le attenzioni della mamma, che sembra mostrarsi piuttosto indifferente a lui, cerca di infastidire la sorellina, ma per tutta risposta la donna prende in braccio la piccola e si immerge in acqua; il maschietto cerca di raggiungerle, chiamando i loro nomi ad alta voce, ma lei, noncurante, continua ad allontanarsi fino a che il bambino, scoraggiato, decide di tornare sotto l'ombrellone e aspettare il loro ritorno.
Tornate sotto l'ombrellone il bambino ancora una volta cerca di dire alla sua amata mamma, con un'azione: "Mamma ci sono anch'io", e lo fa cercando di tirare la sabbia in testa alla sorella.
Sceglie un comportamento provocatorio, è ovvio, non potrebbe scegliere azione diversa per dire: "Esisto anch'io! Possibile che nessuno si accorge di me e del desiderio che anch'io, bambino, avrei voluto farmi il bagno!"
Osservare queste scene, entrare nel mondo dei bambini, comprendere i loro comportamenti, la loro sofferenza e le strategie che attivano per comunicare con quei grandi, che troppe volte si mostrano SORDI E CIECHI alle loro esigenze e al bagaglio emotivo che ogni bambino, anche il più pestifero, porta con sé, mi rattrista molto, perché da questi "piccoli" rifiuti, inizia il percorso di crescita della persona, che imparerà ad avere rispetto di sé e ad amarsi, oppure imparerà a sopravvivere, nonostante la mancanza di amore.
Angela Del Casale
Povero piccolo chissà come si sentiva e probabilmente continua a sentirsi!
RispondiEliminaSpesso i bambini più vivaci sono quelli che stanno chiedendo aiuto....auguro a tutti i bimbi di trovare chi riesca a Vederli.