Come dire addio alle coliche del tuo bimbo

venerdì 3 gennaio 2014

Quanti problemi ha mio figlio...


Il tuo bambino fa continuamente capricci? Non vuole andare a scuola? Fa sempre tante storie per mangiare quando ci si siede a tavola? La notte fatica ad addormentarsi? Con gli altri bimbi è aggressivo? Soffre di enuresi notturna?
Questi sono solo alcuni dei tanti comportamenti messi in atto dai bambini per comunicare un disagio, un’insofferenza, per dire ai grandi che qualcosa non va. Ovviamente, poiché non sanno esprimersi con le parole, i bambini parlano con il corpo.
Esprimono il loro dissenso con un comportamento ribelle, letto dai grandi come “capriccio”. Se non li aiuti a risolvere i loro disagi in modo adeguato, potrebbero trasformarsi in qualcosa di più profondo. Tante volte la prima cosa che si pensa di fare è contattare uno psicologo, senza sapere, invece, che la figura del pedagogista, più di chiunque altro, può capire e sapere come intervenire nella gestione quotidiana di dinamiche educative, che coinvolgono sia gli adulti che i bambini.
Il termine pedagogia ha origine greca: (paidos: bambino) e (ago: guidare, condurre, accompagnare).
Il pedagogista, quindi, è colui che studia il bambino e individua quali sono le strategie migliori e più efficaci per accompagnarlo durante la crescita. Oggi però questo concetto si è ampliato; difatti, il pedagogista clinico si occupa della persona, in modo olistico. L’educabilità dell’essere umano non riguarda più solamente il periodo dell’infanzia, ma abbraccia tutto l’arco della vita. Sfatiamo, quindi, l’idea secondo cui solo i bambini devono essere educati. Anche gli adulti hanno bisogno di essere guidati e accompagnati nel loro percorso di crescita e di cambiamento, che non ha mai fine!
Il pedagogista clinico allora aiuta e accompagna sia i grandi che i più piccini a risolvere i “comportamenti problematici”, modificando proprio le dinamiche comportamentali per consentire alla persona di raggiungere nuovi equilibri.
Se i bambini per natura sono molto flessibili e quindi facilmente educabili, i grandi invece, sono molto più rigidi e più ancorati alle proprie idee, più difficilmente mettono in discussione i propri comportamenti e l’agire quotidiano. Spesso, difatti, dietro un problema del bimbo, si cela un problema dell’adulto, una difficoltà legata a se stessi, legata magari alla propria infanzia e rimossa nell’età adulta.
Cari genitori non abbiate il timore di chiedere aiuto, non abbiate il timore di nascondere i problemi che osservate nel vostro bambino, non abbiate il timore di guardare la realtà e pensare: “Da solo non riesco a venir fuori da questa situazione”. Un “problemino” non risolto oggi può diventare un “problemone” domani, rischiando di compromettere non solo il rapporto con vostro figlio, ma anche la qualità della sua vita e della vostra.
Cari genitori abbiate invece l’umiltà di riconoscere gli errori che si fanno, perché nessuno è perfetto; l’arte di essere genitore non è innata, ma si impara unendo l’esperienza quotidiana alle competenze degli esperti, che dall’esterno, tante volte, riescono a vedere ciò che voi non vedete; pertanto possono darvi l’aiuto di cui avete bisogno.

Ti saluto

Angela, insegnante massaggio infantile e pedagogista clinico

Se tuo figlio ha qualche problema, non esitare a contattarmi, sarò ben lieta di darti il mio aiuto.

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