Il tuo bambino fa
continuamente capricci? Non vuole andare a scuola? Fa sempre tante storie per
mangiare quando ci si siede a tavola? La notte fatica ad addormentarsi? Con gli
altri bimbi è aggressivo? Soffre di enuresi notturna?
Questi sono solo alcuni dei
tanti comportamenti messi in atto dai bambini per comunicare un disagio, un’insofferenza,
per dire ai grandi che qualcosa non va. Ovviamente, poiché non sanno esprimersi
con le parole, i bambini parlano con il corpo.
Esprimono il loro dissenso con
un comportamento ribelle, letto dai grandi come “capriccio”. Se non li aiuti a
risolvere i loro disagi in modo adeguato, potrebbero trasformarsi in qualcosa
di più profondo. Tante volte la prima cosa che si pensa di fare è contattare uno
psicologo, senza sapere, invece, che la figura del pedagogista, più di chiunque
altro, può capire e sapere come intervenire nella gestione quotidiana di
dinamiche educative, che coinvolgono sia gli adulti che i bambini.
Il termine pedagogia ha
origine greca: (paidos: bambino) e
(ago: guidare, condurre, accompagnare).
Il pedagogista, quindi,
è colui che studia il bambino e individua quali sono le strategie migliori e più
efficaci per accompagnarlo durante la crescita. Oggi però questo
concetto si è ampliato; difatti, il pedagogista clinico si occupa della
persona, in modo olistico. L’educabilità dell’essere umano non riguarda più
solamente il periodo dell’infanzia, ma abbraccia tutto l’arco della vita.
Sfatiamo, quindi, l’idea secondo cui solo i bambini devono essere educati.
Anche gli adulti hanno bisogno di essere guidati e accompagnati nel loro
percorso di crescita e di cambiamento, che non ha mai fine!
Il pedagogista clinico
allora aiuta e accompagna sia i grandi che i più piccini a risolvere i “comportamenti
problematici”, modificando proprio le dinamiche comportamentali per consentire
alla persona di raggiungere nuovi equilibri.
Se i bambini per natura
sono molto flessibili e quindi facilmente educabili, i grandi invece, sono
molto più rigidi e più ancorati alle proprie idee, più difficilmente mettono in
discussione i propri comportamenti e l’agire quotidiano. Spesso, difatti, dietro
un problema del bimbo, si cela un problema dell’adulto, una difficoltà legata a
se stessi, legata magari alla propria infanzia e rimossa nell’età adulta.
Cari genitori non
abbiate il timore di chiedere aiuto, non abbiate il timore di nascondere i
problemi che osservate nel vostro bambino, non abbiate il timore di guardare la
realtà e pensare: “Da solo non riesco a venir fuori da questa situazione”. Un “problemino”
non risolto oggi può diventare un “problemone” domani, rischiando di
compromettere non solo il rapporto con vostro figlio, ma anche la qualità della
sua vita e della vostra.
Cari genitori abbiate
invece l’umiltà di riconoscere gli errori che si fanno, perché nessuno è
perfetto; l’arte di essere genitore non è innata, ma si impara unendo l’esperienza
quotidiana alle competenze degli esperti, che dall’esterno, tante volte,
riescono a vedere ciò che voi non vedete; pertanto possono darvi l’aiuto di cui
avete bisogno.
Ti saluto
Angela, insegnante massaggio infantile e pedagogista clinico
Se tuo figlio ha qualche problema, non esitare a contattarmi, sarò ben lieta di darti il mio aiuto.
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